Pro - Memoria sulla mia invenzione del Periscopio per la navigazione subacquea

Capitolo Primo

"Sino dai primi tempi della costruzione di navi subacque si manifestò ovunque la necessità di apparecchi ottici che permettessero, durante l'immersione, di poter osservare per un ampio campo di vista quanto si trovava sulla superficie sovrastante del mare.

La R. Marina aveva costruito una prima torpediniera sottomarina secondo i piani del Comandante Pullino, alla quale fu imposto il nome di " Delfino". Per navigare sottacqua, fu applicato al Delfino un comune cannocchiale terrestre disposto verticalmente a guisa di alberetto, munito in alto e in basso di superfici riflettenti inclinate a 45 gradi in modo da far percorrere ai raggi luminosi una specie di Z . - sistemi analoghi erano stati in tutti i tempi seguiti per la visione su terra ferma in osservatori, ecc., ma per l'esiguo campo di visione ( di pochissimi gradi) non erano affatto adatti alla navigazione subacquea, per la quale occorre vedere per un largo settore quanto esiste sullo specchio d'acqua per trovare rapidamente quanto può interessare e non perderlo di vista per una lieve oscillazione della nave. - Quel cannocchiale non rappresentava quindi che un tentativo inefficace del problema.

-- Il Comandante del Delfino , Sign. Boselli, allora Tenente di Vascello, ebbe ad incontrarsi casualmente a La Spezia con il Direttore, Ing. Giulio Martinez, dell'antica Officina Galileo di Firenze, il quale si era recato all'arsenale della R. Marina per forniture di materiali vari. Avendo il Comandante Boselli appreso dall'Ing. Martinez che l'Officina Galileo si occupava dello studio e della costruzione di apparecchi di ottica aventi attinenza all'arte della guerra, si esternò al Direttore Martinez sulle qualità negative dell'apparato ottico che un'altra Ditta aveva installato nel sottomarino da lui comandato, che rendevano quel apparecchio affatto inservibile in navigazione.

--In quel tempo mi trovavo alla dipendenza della Officina Galileo in qualità di vice-Direttore tecnico (Convenzione fra ing. Martinez e Paolo Triulzi registrata a Firenze il 7 settembre 1897, Registro 205 Fog. 51 n° 2503) e, sopraintendevo da più di venti anni allo studio e alla realizzazione degli strumenti ottici, l'Ing. Martinez, di ritorno in sede, mi parlò di quanto aveva saputo dal Comandante Boselli,dimostrandomi la opportunità di occuparmi della questione della visibilità per la navigazione subacquea.

Mi accinci perciò a sperimentare diverse disposi__ ottiche, ma di tutte le idee che si affacciarono a la mente mi apparve più semplice erazionale quella d'impiegare due sistemi telescopici messi in opposizione. -- Seguendo questo principio disposi in un lungo tubo, di alcuni metri, due cannocchiali astronomici provveduti di oculari speciali a largo campo che avevo ideati da tempo. Sistemato il tutto nelle giuste posizioni, il risultato fu immediato. Si vedevano gli oggetti circostanti in grandezza naturale, senza deformazioni, per un settore di circa 60° con perfetta definizione e intensità luminosa. Per la notevole ampiezza del campo di visione si poteva far oscillare ampiamente il tubo ottico, come se si trovasse a bordo, senza perdere di vista un punto osservato verso il centro del panorama.

-- Seguitando nelle prove per indagare tutte le possibilità della soluzione trovata, ottenni di poter esplorare contemporaneamente, con due osservatori, due campi opposti al verice di 60° ognuno; e pur anche l'intero orizzonte provvedendo le estremità del tubo ottico di dei sistemi obbiettivi e di altrettanti oculari in basso. - Ho anche ottenuto di poter osservare uno stesso settore di 60 gradi con ambedue gli occhi per sommare le impressioni luminose evitando in tal modo anche l'affaticamento della visione monoculare. -- In tutte le varie disposizioni sperimentate vi era sempre la possibilità di osservare le immagini per proiezione e di ritrarne fotografie.    ...CONTINUA

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