Da tutto ciò si prospettava una notevole migrazione di lavori dalla Galileo al mio laboratorio. -- Il Gerente di quella Ditta, che ne aveva assunto la direzione senza che gli fosse stato parlato della mia funzione in quello stabilimento, si preoccupò della cosa e fece pratiche per richiamarmi alla Galileo, consigliato anche dal Ing. Vannuccini, Direttore dell' Istituto Agrario Vegni, che gli rivolse una lettera nella quale faceva conoscere il valore della mia attività passata.

Per l' avvenuto riconoscimento, pur tardivo, dell' opera mia presso la Galileo, e per le manifestazioni di rincrescimento del mio distacco da essa da parte del suo personale, considerando che se non avessi potuto espletare tutti i lavori che mi si presentavano questi sarebbero passati ad altra ditta estranea, privandone una maestranza esperta e affezionata, m'indussi a ritornare alle mie antiche funzioni. --Però volli che la mia posizione fosse chiarita e non mi si considerasse soltanto per caricarmi di lavoro e di responsabilità. Perciò fu stipulata una Convenzione fra il Gerente e me, debitamente Registrata a Firenze in data 7 settembre 1897.--Per tale Atto io mi obbligavo a cessare l' attività del mio laboratorio per non creare concorrenza alla Officina Galileo e in corrispondenza veniva stabilita la mia carica di Vice-Direttore Tecnico presso di essa e i relativi emolumenti.

Con il mio ritorno alla Galileo ne derivarono ad essi ingenti commesse dal Giappone e una fornitura ragguardevole di apparati di telegrafia ottica e relativi materiali per tutti i semafori della R.Marina. 

-----Nei giorni delle verbali trattative con il Gerente, Ing Martinez, pel mio ritorno, parlando dei probabili campi di lavoro che l' Officina avrebbe dovuto coltivare, mi fece conoscere che la R.Marina, dalla quale proveniva, ricorreva all'Estero per provvedere i riflettori parabolici di vetro di cui abbisognavano i numerosi proiettori foto-elettrici delle navi e delle fortificazioni marittime. (pag8 doc originali).

Quella lavorazione era un problema alla cui soluzione il Gerente aveva rivolto il pensiero, ma non gli si era ancora presentata una soluzione che lo soddisfacesse.--Dissi che vi avrei pensato pure io, infatti pochi giorni prima della firma della nostra convenzione, gli esposi di una macchina che a parer mio avrebbe potuto foggiare i vetri secondo una curva rigorosamente parabolica.-Il Gerente, tecnico intelligente, capì subito la possibilità della mia idea e mi esortò, quando avessi ripreso il mio posto alla Galileo, a studiare la realizzazione della macchina proposta.-- Così avvenne e col sistema di lavorazione da me attuato per confezionare specchi parabolici di vetro, non solo ne furono continuamente forniti alla R.Marina, ma pur anche a diverse altre marine estere.

Questa produzione continua tuttora e, come quella dei Periscopi, procura larghi profitti alla nuova Società delle Officine Galileo, che l' hanno ereditata gratuitamente dall' Antica Galileo di cui non hanno voluto assumere il minimo onere, come rudemente mi disse il Presidente Ing. Orlando, delle nuove Officine, quando a Lui mi rivolsi per ottenere il pagamento di modesti crediti privilegiati che ripetevo dalla cessata Galileo: ""ma questa è un' altra Società""!!!!!

----- Quanto ho esposto sull'opera che esplicai nei miei migliori anni per la fortuna della Galileo, stann a dimostrare quanta gretta incomprensione ha corrisposto alla mia atiività passata, anche da parte dell' attuale Società delle Officine Galileo.!!!

Posso proclamare altamente: che , se oggi quella Ditta costituisce una parte importante del Fronte Interno, per la difesa della Patria, ciò è derivato in gran parte dalla mia completa dedizione alla antica galileo. Per l'esistenza e la prosperità di essa rinunziai a convenienti posizioni che mi furono offerte, persino dal lontano Giappone.

 

 

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